In un libro il piatto più noto nel mondo: “Spaghetti alla Bolognese: l’altra faccia del tipico”
Il testo prende avvio dalla constatazione dell’esistenza di moltissimi luoghi comuni sugli Spaghetti alla Bolognese, il primo piatto che porta nel nome, in tutto il mondo, la città felsinea. Dopo un’argomentata ricostruzione storica, che documenta come gli Spaghetti al ragù siano largamente attestati a Bologna fin dal XVI secolo, il volume ripercorre le tappe che hanno segnato la rinascita dell’interesse circa la discussa ricetta. Negli anni più vicini a noi, un piccolo gruppo di amici ha addirittura inteso studiare e valorizzare le prospettive di intervento “sul campo” a favore della famigerata pasta secca che reca Bologna nel nome. Tale gruppo, formato da professionisti della gastronomia, della comunicazione e del giornalismo, animato da uno spirito tra il professionale e il goliardico, si è dato anche un nome fortemente evocativo: la Balla degli Spaghetti alla Bolognese. Nei suoi primi anni di attività, uno dei meriti maggiori della Balla degli Spaghetti alla Bolognese è stato quello di adoperarsi per contrastare i luoghi comuni che affliggono il piatto in questione. Tali luoghi comuni, su cui il libro si sofferma in dettaglio per confutarli, sono:
1) Gli Spaghetti alla Bolognese non esistono.
2) Gli Spaghetti alla Bolognese sono cattivi.
3) Gli Spaghetti alla Bolognese sono quelli al tonno.
4) Gli Spaghetti alla Bolognese risalgono alla Seconda Guerra Mondiale.
La critica serrata e ben documentata alle “leggende metropolitane” di cui sopra prelude alla parte positiva, costruttiva del testo, che può riassumersi nelle due tesi seguenti:
A) Gli Spaghetti alla Bolognese rappresentano a tutti gli effetti un prodotto tipico della tavola bolognese, anche se di natura decisamente particolare: più in specifico, rappresentano l’altra faccia del tipico;
B) Gli Spaghetti alla Bolognese sono un formidabile vettore di promozione della città di Bologna e del suo territorio.
La seconda parte del libro argomenta le tesi A) e B) con ricchezza di esempi, richiami, aneddoti e riferimenti, arrivando a concludere che gli Spaghetti alla Bolognese possono diventare il punto di partenza per una rinnovata opera di valorizzazione, anche e soprattutto internazionale, dei tesori tradizionali della tavola petroniana. In un’ottica di forte, autentico, modernissimo marketing territoriale. Due appendici, dedicate rispettivamente alle poesie sugli Spaghetti alla Bolognese e alla ricetta del Ragù Classico Bolognese, concludono la trattazione. Un ricco apparato di note consente infine di rintracciare, in dettaglio, i tanti rimandi disseminati nei dieci capitoli del volume: articoli, editoriali, interviste, ritagli di giornale, blog settoriali, dichiarazioni mirate o estemporanee, citazioni e frammenti dalle fonti più disparate.
Diceva Winston Churchill: non deridere le stupidaggini degli altri, potrebbero rappresentare la tua opportunità. Di stupidaggini, sugli Spaghetti alla Bolognese, ne sono state dette e scritte tante. Ma proprio lo studio rigoroso di queste sciocchezze ha consentito di dare una lettura nuova del piatto internazionale che porta Bologna nel nome; una lettura che, confidiamo, potrà essere di qualche interesse e (perché no) di qualche piccola utilità.
In epoca di storytelling si è cercato di ricostruire, nel testo, una storia. Una storia che, non diversamente dagli Spaghetti alla Bolognese, è di natura ambivalente. Cioè, leggera e grave al tempo stesso. Leggera in omaggio alla levità dell’argomento, non avrebbe potuto essere diversamente. Grave perché il metodo impiegato è quello proprio della letteratura scientifica, con raccolta e controllo critico delle fonti, creazione di appendici, rimando a un apparato di note, ecc. Una storia convincente? Il giudizio, come sempre, spetta a chi legge.Non resta quindi che augurare buona lettura.
I dati del libro: Piero Valdiserra, Edizioni Edi House, Bologna, 2016, 80 pagine, 8 Euro.